martedì 22 maggio 2012


PARLIAMO DI CINEMA!

Buongiorno a tutti. Oggi parliamo di Cinema.
Esiste una lunga lista di film che personalmente ho detestato pur avendo la consapevolezza che la critica li ha recensiti con 5 stelle e santificati con l'investitura di FILM ARTISTICO.
Tra gli ultimi potrei ricordare “Il cigno nero”, “Hugo Cabret” , "Inception" ma soprattutto “Somehwere” di Sophia Coppola. Il genio che ha fatto solo un film bello.


E' risaputo che nell’arte esistono dei codici propri, una maniera di rappresentare che è caratteristica di ogni autore; una personale cifra stilistica che determina la riconoscibilità delle opere. Ma se assieme a questa ci mettiamo un pizzico di supponenza, un po' di autocitazione e tanto compiacimento; l’opera può rivelarsi un incubo e si ha come l'impressione di stare a guardare un forno con dentro una torta che non lievita. Come riconoscere ed evitare un “film d'Arte”?
Intanto i film d’autore devono avere una brutta fotografia ( un po’ sgranata); musiche e canzoni monocordi e assoli di piano buttati li un po’ così….I colori devono essere sempre autunnali e tristi, le inquadrature fatte con camere portate a mano e un po’ di sghimbescio.
Gli attori dei film autoriali non devono essere famosi ma provenire esclusivamente da grandissimi film di nessun successo. Oppure possono essere attori famosi nel passato; meglio se provenienti da film commerciali.
In questo modo questi registi ARTISTICI danno una possibilità di riscatto ma anche di recupero, poichè -in larga parte- vanno a recuperare le loro stelle in rehab o all'uscita delle carceri.
Ma tutto questo ancora non basta. Per far di un brutto film un film d'arte occorre altro.


Ad esempio una serie imbarazzante di citazioni di scene viste in film cinesi o dell’estremo oriente.
La trama poi non è mai determinante. Però è meglio se ne avete una nella quale ci sono scene nella quali non succede niente e le azioni sembrano al rallenty o si ripetono. Quello che è narcolettico diventa ipnotico, quello che è scontato diventa una rilettura, quello che è copiato un hommage e quello che non si capisce : una “visione personale” dell'artista.
La ciliegina finale sulla torta, per trasformare questo polpettone in un ABSOLUT MUST, è presentarlo ad un Festival misconosciuto ed il gioco è fatto. Infine la compiaciuta e acritica intervista di Vincenzo Mollica mandata in onda da RAI 1 assicurerà l'investitura.
A quel punto siete ad un bivio quando parlate di un film con gli amici: azzardarvi ancora a dire che a voi quel film non è piaciuto e fare la figura di quella che, di cinema,  non ne capisce un cazzo oppure -ve lo consiglio- dite che non siete andati a vederlo perchè avete letto il libro e che il film non è mai all'altezza ( un vero classico!). 
Ricordate sempre che essere Chic è un must ma essere sinceri è un lusso!
Un bacio.
La vostra
Zia Abby.




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